Il Pilota

Ma chi è costui?


Intanto è, come diciamo a Roma, 'er mejo fico der bigonzo'. E su questo non ci piove! Per il resto bisogna riconoscere che non è facile capire cosa spinga una persona apparentemente normale a volare in mongolfiera, specialmente in un'epoca come l'attuale, dominata dal motore e dove il rumore è sinonimo di potenza.
P&C
due piloti che hanno
messo su famigliaUna spiegazione, sia pure parziale, si può ricavare estrapolando alcuni paragrafi da una indagine grafologica su alcuni scritti di un mongolfierista.
'....Si tratta di una personalità complessa ove alle doti di buona intelligenza, di una forte memoria concettuale, di rapidità di pensiero, si uniscono capacità organizzative, entusiasmo, adattabilità, capacità di motivare le persone ad un compito. Ma sono particolarmente presenti la fantasia e la creatività....Non è particolarmente aggressivo, anzi è infastidito dalle manifestazioni volgari e chiassose di un certo 'rambismo' spesso presente negli ambienti aeronautici....Per lo scrivente il volo in mongolfiera è adatto per esercitare quella parte fantastica che gli consente di far 'vivere' un paesaggio, captare le armonie e le disarmonie introdotte dall'uomo, sentire la natura, 'esserci dentro' in modo soft.....' (continua)

L'AMANTE DELLA SPOSA DEL VENTO
E il paracadute? - Non ce n'è bisogno, il pallone è un paracadute già aperto. Quanto potete salire? - Da un centimetro fino a più di diecimila metri però, di solito, galleggiamo a non più di cento metri e spesso rasentiamo le cime degli alberi per sentire lo stormire delle foglie e gustare i profumi della terra. E se scoppia? - Non scoppia, in basso è aperto. Quando tornate? - Non torneremo qui, non sappiamo dove atterreremo. La mongolfiera si immerge nel vento e va via con lui. E dove va? - Dove porta il vento, senza meta, senza obblighi, senza violenza, senza motore, senza rumore, senza casco, nella più completa libertà.

Siamo parte dell'atmosfera


Le espressioni sul viso di chi ci pone le domande non lasciano dubbi! E' veramente difficile comprendere come sia possibile solo il pensare di potersi sollevare da terra lasciandosi trasportare senza essere arbitri del proprio destino. Per quanto si dia via libera alla fantasia, per quanto sia forte il desiderio di abbandonarsi e rilassarsi rigettando per una volta gli schemi quotidiani, il razionale, sempre presente, impedisce l'accettazione immediata della filosofia degli aeronauti. Ma non appena si realizza appieno il vero significato di un volo in pallone, allora non c'è più contenimento e la vita potrebbe risultarne stravolta.

TOPOGRAFI PER FORZA
Anche in un semplice viaggio in macchina si annotano automaticamente le caratteristiche "volatorie" del territorio attraversato. Non si osserva più il paesaggio come potrebbe fare un normale turista, ma si registrano tutte le linee elettriche che si incontrano, i campi coltivati da evitare, i prati a pascolo che non danno problemi, i sentieri trasversali sterrati che consentono di arrivare in quel campo dove è possibile atterrare dopo aver sorvolato il bosco, l'acessibilità, i cancelli, i fiumiciattoli ed i canali di irrigazione che possono rallentare i recuperi. Il pilota, ma anche chi si occupa del recupero, diventa un eccezionale topografo al quale si possono chiedere le informazioni più disparate sul territorio
Ma cosa è che modifica così radicalmente la personalità dell'aeronauta? La sensazione che si prova quando la cesta lascia dolcemente il suolo, anche di soli pochi centimetri, è di una totale rigenerazione dello spirito. E' come se tutte le preoccupazioni, lo stress, l'ansia e i problemi soliti che affliggono indistintamente tutti, trasudino dalla pelle e vengano fatti scivolare a terra ospiti indesiderati, lasciando il fortunato passeggero incredulo e assolutamente dimentico del fatto che la direzione del volo sia più o meno affidata al caso. E non si ha paura!

IL RAPPORTO E' A TRE
Ma mentre per il passeggero le emozioni sono legate principalmente alla dolcezza del volo e alle diverse prospettive del paesaggio, il pilota trae vantaggio anche da quelle che gli derivano dalla condotta del volo, perché il volo, in realtà, può essere "condotto". Naturalmente non si tratta di una guida violenta; la mongolfiera non può essere forzata ma deve essere capita, conquistata eRoma rapita al suo sposo. Il rapporto è a tre: Lei (la mongolfiera), Lui (il vento) e l'Amante "di Lei" (il pilota).
Ma come si realizza il corteggiamento?
Innanzi tutto cercando di capire le abitudini di Lui. Poiché il vento cambia continuamente con la quota, viene fatto salire in cielo un palloncino colorato riempito di elio e, mentre questo sale, il pilota registra tutti i cambiamenti di direzione osservati. La prova si ripete più volte finché si è ragionevolmente sicuri di avere capito. A questo punto con l'aiuto di carte topografiche e di una bussola, si elabora il piano di volo decidendo il punto di partenza e ipotizzando il punto di arrivo. Il volo sarà poi effettuato cambiando la quota in funzione della direzione che si vuole prendere. Ma non è così semplice! Quello che era vero al momento del lancio del palloncino, già non vale più al decollo. Il vento ha cambiato direzioni e allora si va alla ricerca della strada giusta direttamente con la mongolfiera. Il vento al di sopra si rintraccia salendo, quello al di sotto si desume mediante il lancio di piccoli pezzi di carta oppure osservando il fumo di camini o semplicemente sputando (fate attenzione quando guardate una mongolfiera volare). E' una continua ricerca di conferme e non c'è soddisfazione più grande di quella che si prova quando, contando unicamente su sondaggi empirici e sensazioni a volte inspiegabili, si riesce a raggiungere o, quanto meno, ad avvicinare una meta decisa prima della partenza. E si racconta di conquiste mancate per un soffio perché si è scesi ad una quota più bassa troppo presto oppure troppo tardi, o di bersagli centrati perché si è riusciti a rimanere nella giusta corrente nonostante tutti gli ostacoli frapposti dal vento, aiutato dalle coltivazioni, dai boschi o dai paesi che con le loro diverse termiche modificavano continuamente la quota della corrente.

I DIFETTI DELLA MONGOLFIERA
La fatica del pilota non si esaurisce con l'analisi del vento. Egli deve combattere anche con i due peggiori difetti della mongolfiera; la pigrizia e la testardaggine.
Pigrizia nel cambiare direzione, per cui quando si vuole virare occorre entrare nella nuova corrente con dolcezza, dando alla mongolfiera il tempo che le occorre per farsi catturare.
Testardaggine nel mantenere la discesa, specialmente quando non è voluta dal pilota. In questo caso è necessario scaldare in anticipo, come se si volesse salire, impedendo così che la mongolfiera inizi una discesa che la allontana dalla giusta traiettoria di volo.
La delicatezza nel governo di tale amante, dipende principalmente dalla sensibilità del pilota che deve riuscire nell'intento di mantenere costante l'equilibrio di due tonnellate e mezzo di aria racchiusa in quel coloratissimo involucro apparentemente fragile ma in realtà resistentissimo.

TUTTI VOLI DIVERSI
Non è difficile, a questo punto, credere a quello che sono soliti dire i cultori del volo in mongolfiera: ogni volo è diverso da quello che lo ha preceduto anche se il decollo è avvenuto dallo stesso punto ed in ognuno c'è spazio per più di una avventura che, comunque vada a finire, è sempre gratificante.
GMC


Nota
L'articolo è stato scritto al maschile, ma basta cambiare Lui (vento) in Lei (corrente d'aria) e Lei (mongolfiera) in Lui (pallone) per far diventare l'amante una Lei. Fra l'altro il volo in mongolfiera è particolarmente adatto alle donne.


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